Per chi suona la campana…

Questo non sarà evidentemente un piccolo saggio su Hemingway: applico l’immagine al nostro tennis italico appena finiti gli Australian Open di tennis (dico almeno per noi: non c’è più un italiano in gara), con un promesso “editoriale”.
La campana può suonare… a morto per il tennis maschile, e anche per qualche giocatrice in temporanea o ahimè irreversibile china. Più o meno il bilancio è quello che ci si aspettava due settimane fa, quando si ipotizzava qui che non c’erano maschi che potessero superare nemmeno il primo turno. Sennonché il femminile prometteva assai di più, anche se si deve registrare una bella sorpresa.
Il discorso sul maschile si esaurisce in poche parole. Non abbiamo al momento giocatori che possono fare strada nei tornei del Grande Slam, salvo colpi di fortuna. Seppi non è più dopo tutto giovanissimo, e per qualche ragione non è mai esploso. È un ragazzo, credo, serio, corretto, volonteroso; visto da fuori campo non sembra un mostro di grinta. Fognini invece deve mettere la testa a posto come tutti sanno. Non ci credo molto. Dietro, il vuoto, come dicevo, sino ai nati nel 1995. Purtroppo però i due nostri migliori 1995, Donati e Napolitano, non hanno fatto nemmeno loro tanta strada nel torneo junior, e ciò preoccupa. Speriamo sia stata solo una questione di superficie, di clima o anche di preparazione.
Dunque al femminile hanno fatto miseramente flop le due portabandiera: avevo puntato forte su Pennetta, mi sembrava in formissima, forse è vero che ha risentito dell’infortunio.  Schiavone ha giocato male e si è lamentata: è vero che ormai fa una fatica tremenda a portare a casa il match, soprattutto sul cemento e sull’erba (nell’ordine). Vedremo la terra tra qualche mese, dopo altri tornei sul duro. Chi ha criticato la sua scarsa sports(wo)manship verso la Oprandi, dimentica che la Oprandi non resta simpatica a nessuna italiana del circuito, fa il doppio con le straniere, e credo anche parli poche parole di italiano. A riprova ha “optato” per la sua Svizzera.
La sorpresa viene dalla Errani, naturale (la quale dopo tutto ha perso con un doppio 6/4, non di tanto).  Chi ha letto in passato i miei commenti su Spaziotennis sa che stravedevo per questa giocatrice. Mi pareva in inarrestabile ascesa, sorretta da una grinta encomiabile e da una sagacia tattica considerevole, a fronte di mezzi atletici e anche tecnici non eccelsi (servizio solo in kick, scarsità di potenza, ecc.). Poi i risultati mi hanno smentito e ho dovuto ricredermi. Intendiamoci, una rondine non fa primavera, e dubito che questo torneo segni un cambio di passo, un  salto di qualità, un aumento di competitività. Dobbiamo consolarci con il doppio? Invero no. Ma non perché Errani e Vinci lo hanno appena perso in finale. Come diceva il grande Rino Tommasi, il doppio lo giocano o delle specialiste che giocano solo il doppio e valgono zero o quasi in singolo, o le giocatrici valide che vi puntano nei tornei solo dopo che hanno perso abbastanza prematuramente in singolare, come le due russe. Comunque ben venga anche la finale del doppio, se nel singolo si raccoglie poco o niente.

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